Il monte Cusna nel parco del Gigante registra 2120 metri d’altezza e si aggiudica il premio di cima più alta dell’Appennino reggiano. Per quanto riguarda l’Appennino settentrionale è secondo solo al Monte Cimone.
Di cosa si parliamo qui?
Ai piedi del monte Cusna troviamo numerosi rifugi dai quali intraprendere l’ascesa oppure semplicemente dove gustare in compagnia le prelibatezze dell’Appennino reggiano.
Situato nei pressi del passo di Lama Lite, si raggiunge da Civago con il sentiero 605, da Febbio tramite al sentiero 607 del Passone.
Nel 2015 ha compiuto ben novant’anni. L’iscrizione a fianco dell’ingresso la dice lunga: “Qui il silenzio dell’Aurora dura tutto il dì, piacciati di ristare in questo loco”
Lo troviamo sul sentiero 633 nei pressi dell’omonimo lago, è un ottimo punto di partenza per scalare il monte Prado.
Qui troviamo un’altra iscrizione all’ingresso che fa riflettere: “ Siete pregati di lasciar il corpo al guardaroba, qui si arriva all’anima”.
Nel bel mezzo dell’Abetina Reale si raggiunge dalle Case di Civago con il sentiero 605. Un tempo lavoravano alla segheria più di 1000 operai ogni estate, il luogo vantava una mensa, una cappella, un forno e baracche di legno come dormitori. Dopo un lungo periodo di abbandono è stata risanata larea e oggi troviamo uno splendido rifugio.
Un antico ospitale ristrutturato sul torrente Dolo. Partendo da case di Civago il 605A ci offre questo ristoro prima di inoltrarsi nel cuore dell’Abetina Reale.
Raggiungibile in auto vicino a Febbio, potete ammirare i pesci nuotare nel lago incorniciati da un paesaggio bucolico oppure salire sul monte Cusna con il sentiero 617.
All’interno del parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano è raggiungibile in auto: collocato all’interno di uno scenografico anfiteatro naturale, da qui trovi i sentieri per scalare il monte Cusna, il monte Prampa e il monte Cisa.
Un’antica leggenda narra che tanto tempo fa la Garfagnana era abitata dai giganti, per la maggior parte conducevano una vita sedentaria, se ne stavano col naso all’insù a guardare il cielo sollazzandosi nel dolce far niente.
Uno di loro era desideroso di conoscere il mondo e far qualcosa di buono, così un bel giorno mollò tutto e partì.
Salì sull’altopiano erboso al confine con l’Emilia e qui vi trovò persone di buon cuore che lo accolsero con gioia.
Diventò un pastore e si mise a aiutare i suoi nuovi piccoli amici, costruì case, depositi per il grano e ripari per le greggi.
Trascorse la sua vita nella lussureggiante natura dell’Appennino Reggiano e quando gli anni incominciarono a farsi sentire si incamminò per l’ultima volta sui monti dove andava a pascolare le sue pecore.
Con il respiro corto e le gambe affaticate sapeva che stava arrivando non solo alla cima dell’altipiano, ma anche alla fine della sua pacifica vita. Con animo sereno si distese e chiese a madre Natura che il suo corpo potesse tramutarsi in pietra.
Diventò così un riparo per le pecore che pascolavano in qui campi, l’ultima difesa contro le tempeste che venivano dal mare.
Nel trapasso al gigante scesero delle lacrime, non per tristezza, ma perché mentre il suo corpo diveniva pietra, potè ricordare tutte le buone azioni che aveva compiuto in vita aiutando tanta brava gente.
Da quelle lacrime nacque il fiume Secchiello , che ancora oggi sgorga dal suo occhio.
Il gigante è ancora là, a spezzar la furia dei venti.
Siamo partiti da case di Civago, sentiero 605 direzione rifugio San Leonardo.
Quando incroci il bivio vai a destra direzione La Cavallina, sul sentiero 607.
Incrocerai a sinistra il sentiero 607 che porta al monte Ravino e successivamente al passo della Volpe. Qui l’ascesa è molto ripida e impegnativa, ma il paesaggio usciti dalla faggeta ti ripagherà.
Io e Freyja camminando in silenzio abbiamo avuto l’onore di vedere un maestoso cervo con un palco davvero enorme.
Prosegui sul 607 e arriverai al Passone.
Ora, se sei stanco, fai rotta verso il rifugio Battisti, se invece come noi vuoi andare a trovare il gigante prendi il sentiero 623 che ti porterà fino ai piedi del monte Cusna. Pronto a prendere l’ascensore?
Con il 625 arriverai direttamente il cima al monte Cusna!
Il sentiero è diretto quindi molto molto impegnativo ma, estremamente breve.
Una volta ammirato il panorama e lasciato un pensiero sul diario di vetta, imbocca il sentiero 607 che passando sul sasso del morto ti riporterà al Passone.
Ora è davvero il momento di andare al rifugio Battisti (sentiero 615) per rifocillarti e premiarti della fatica fatta fino a qui.
Per rientrare a case di Civago scegli il sentiero 631, ti condurrà attraverso una faggeta dove potrai godere del magnifico “effetto cattedrale” creato dai faggi.
Consigliamo questo percorso solo a escursionisti esperti e ben allenati.
L’anello misura un totale di 27 km e 1450 metri di dislivello.
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