Oggi ti parlerà di impatto ambientale.
Negli scorsi articoli ho parlato della necessità di avvicinarsi ad un’alimentazione 100% vegetale per la tua salute e per salvaguardare gli animali rinchiusi e uccisi negli allevamenti intensivi.
In questo articolo, parleremo di ambiente, di cosa stiamo facendo al nostro Pianeta e quello che puoi fare TU, ogni giorno, se scegli un’alimentazione vegana.
A volte sembra che non ci sia una forte connessione tra l’ambiente e cosa mangiamo, invece è una delle cose che impatta di più.
Un singolo individuo può fare qualcosa? Assolutamente SI.
Di cosa si parliamo qui?
Quando si parla di impatto ambientale la responsabilità è soprattutto di ciascun singolo individuo e non solo dei governi.
Quello che scegli di mangiare ha un grande impatto sul clima.
Se hai davvero a cuore la natura devi riflettere sulle tue abitudini alimentari.
Ogni individuo, principalmente, impatta su tre fronti: il cibo, l’energia usata in casa e i trasporti.
Di questi tre fattori quello che ha maggiore impatto e dove si può intervenire in modo semplice e rapido è il cibo.
L’allevamento mondiale di animali per la produzione di carne, pesce, uova e latticini è la principale causa di inquinamento al mondo.
Gli allevamenti e la produzione di cibo animale sono responsabile di un forte impatto ambientale per quanto riguarda:
A questo dobbiamo aggiungere l’impatto del procedimento dalla produzione, trasporto, lavorazione, confezionamento, commercio, distribuzione e smaltimento dei materiali di scarto.
Il 70% dell’acqua utilizzata è consumata dall’agricoltura per nutrire gli animali d’allevamento e della zootecnica.
A questa va aggiunta l’acqua per abbeverare gli animali e per pulire le stalle.
Una mucca da latte, per esempio, beve 200 litri di acqua al giorno.
Si consuma una quantità di acqua molto più grande di quella che servirebbe per coltivare legumi, cereali o verdure per il consumo umano.
Per produrre 5 kg di carne serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia di 4 persone per bere, preparare da mangiare, lavarsi e fare tutte le attività di casa in UN ANNO.
Di contro, in quanto tempo una famiglia di quattro persone consuma 5 kg di carne?
I prodotti chimici utilizzati sono i pesticidi, erbicidi e fertilizzanti per l’80% utilizzati per l’agricoltura finalizzata agli allevamenti di animali (che tu ingerisci mangiando il prodotto finito).
Le deiezioni degli allevamenti intensivi inquinano le acque più di tutte le fonti industriali raggruppate insieme.
Per rendere l’idea, solo gli animali allevati negli Stati Uniti producono circa 40 tonnellate di rifiuti organici AL SECONDO.
Nonostante l’enorme problema non esistono impianti di trattamento dei rifiuti organici per gli animali da allevamento.
La “cacca” prodotta dagli allevamenti intensivi ha un terribile impatto ambientale non solo per le enormi quantità prodotte, ma per le sostanze chimiche presenti.
All’interno delle deiezioni possiamo trovare ammoniaca, metano, acido solfidrico, monossido di carbonio, cianuro, fosforo, nitrati e metalli pesanti.
Tali sostanze vengono gettate nei corsi d’acqua alterandone la composizione e danneggiando le acque e la fauna acquatica. I gas velenosi evaporano nell’aria, con gravi conseguenze sulla salute umana. Asma cronico (specie nei bambini), malattie respiratorie, serie patologie immunitarie e neurologiche le principali conseguenze.
Oltre a causare malattie nell’uomo, gli alti livelli di nutrienti presenti nel letame causano disastri ambientali diffondendo microrganismi patogeni che si replicano nelle falde acquifere, utilizzate come acqua potabile.
Con conseguente crescita di fioriture algali tossiche.
Queste ultime possono rilasciare neurotossine tossiche che entrando nella catena alimentare vengono consumate dagli esseri umani.
Quello della cacca è un problema globale e la zootecnia ha intrapreso la strada della produzione di proteine animali a basso costo a discapito della salute umana e dell’ambiente.
Se non cambieremo immediatamente le nostre abitudini, nel 2030 la quantità di letami prodotti raggiungerà la stratosferica cifra di 5 miliardi di tonnellate annuali.
Questo porterebbe all’aumento esponenziale delle zone cosiddette di “mare morto”, dove cioè il livello di ossigeno è così basso da non permettere nessuna forma di vita.
Oggi nel mondo ce ne sono più di 500, alcune delle quali estese per migliaia di km quadrati come quelle del Golfo del Messico e del Golfo del Bengala.
La deforestazione o disboscamento avviene quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita abbattendo la vegetazione. L’abbattimento degli alberi avviene sostanzialmente per motivi commerciali.
Gli allevamenti e i terreni per produrre cibo per gli allevamenti intensivi sono responsabili della distruzione del 91% dell’Amazzonia e sono una delle principali cause del disboscamento.
Il ritmo del disboscamento è in continua crescita.
Ogni anno vanno a scomparire 17 MILIONI DI ETTARI di foreste tropicali.
Per ogni hamburger importato dall’America Centrale si sono abbattuti e trasformati a pascolo 6 metri quadrati di foresta.
È stato stimato che, se gli abitanti della Terra seguissero tutti il regime alimentare dei paesi industrializzati, sarebbero necessarie almeno due volte e mezzo le terre emerse oggi esistenti.
La desertificazione è un processo che porta alla degradazione dei suoli, alla scomparsa della biosfera e alla trasformazione dell’ambiente naturale in deserto dove non esiste più vita.
Circa il 70% dei terreni dell’intero pianeta, al momento adibiti al pascolo sono in via di desertificazione.
Gli allevamenti intensivi sono i maggiori responsabile dell’emissione di tutti i gas serra e di oltre il 60% delle emissioni globali di ammoniaca.
Vengono prima del settore dei trasporti mondiale sommando tutti i veicoli del mondo a combustione fossile.
È stato stimato che il 65% dell’ossido di azoto e il 27% del metano immesso nell’atmosfera provenga dagli allevamenti.
L’emissione di gas serra dipende molto più dal cibo che si sceglie rispetto alla quantità di km che il prodotto percorre per arrivare nel nostro piatto.
Ovviamente, è sempre meglio preferire prodotti locali e di stagione a km zero.
L’alimentazione vegana ha un impatto ecologista 8 volte maggiore, rispetto all’alimentazione vegetariana o onnivora anche se locale.
Per farvi un esempio, in un anno per una sola persona che mangia carne le emissioni equivalgono a guidare un’auto di media grandezza per 4758 km.
Le emissioni per una persona con un’alimentazione vegetariana sono 2427 km.
Per una persona vegana sono 629 km, se è un’alimentazione vegana da agricoltura biologica sono 281km (94% in meno rispetto ad un’alimentazione a base di carne).
Stesso discorso per quanto riguarda lo spreco di energia. In un anno, un americano medio, “mangia” l’equivalente di 13 barili di petrolio (1 barile=160 litri).
Mangiare carne non è sostenibile.
Scegliere un’alimentazione vegetale può contrastare il problema della fame nel mondo. Problema in costante aumento, che supera il miliardo di persone.
Studi hanno mostrato che, ad esempio, solo negli Stati Uniti in un anno vengono prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e soia per mangimi animali e vengono ricavati 21 milioni di tonnellate di carne, uova e latte. Facendo i calcoli, vengono mediamente sprecati 124 milioni di tonnellate di cibo che sarebbero in grado di sfamare con un pasto completo al giorno tutti gli abitanti della Terra.
Mi sembra un buon compromesso mangiare meno carne per poter far mangiare altre persone, non credi?
Nella storia, non troppo di rado purtroppo, chi ha cercato di difendere l’ambiente è stato denunciato, minacciato, perseguitato e perfino ucciso.
La Global Witness è un’organizzazione che fa luce sui crimini ambientali e violazione dei diritti umani.
Nel 2016 vi sono state 200 morti accertate, nel 2017 197 morti e nel 2019 sono stati uccisi 212 attivisti. La reale cifra dei morti per battaglie ambientaliste è sicuramente più alta, dato che molti crimini avvengono in silenzio, oltremodo, se aggiungiamo a questi, chi si batte per i diritti degli animali e per salvaguardare gli oceani.
È stato redatto da Essere Animali un dossier 2010-2019 “Dieci anni di zootecnica in Italia”
Questo documento raccoglie i dati della decade appena trascorsa degli animali allevati e macellati in Italia.
È stato delineato, per la prima volta, un quadro preciso dell’industria agro-alimentare e dei consumi dei prodotti di origine animale.
Solo l’1% degli allevamenti da carne è biologico e aumentano i grandi allevamenti, capaci di contenere in un solo capannone migliaia di animali.
Ti consiglio di leggerlo per sapere cosa succede nel nostro Paese.
C’è un’estrema necessità di questo cambiamento nelle abitudini alimentari per fermare un problema che è molto più serio delle preferenze alimentari personali.
Servono molti più terreni per nutrire una persona onnivora rispetto a quelli che servono per nutrire una persona vegana.
Il Pianeta distrutto potrà continuare a vivere anche senza di noi, non è vero il contrario.
Le tue scelte individuali possono modificare la sostenibilità del nostro pianeta.
Mangiare vegetale ha il maggior effetto positivo in confronto a tanti altri fattori responsabili dell’impatto ambientale.
Uno sguardo globale verso un’alimentazione vegana è vitale, necessario e imprescindibile per riuscire a salvare il mondo dalla fame e dagli impatti del cambiamento climatico.
Tu sei dotato di GRANDI POTERI E GRANDI RESPONSABILITA’.
Allora? Cosa stai aspettando?
La soluzione è semplice e ogni giorno potrai essere soddisfatto di fare la tua parte e dire “ma perché non l’ho fatto prima?”.
Considerateli entrambi, il mare e la terra;
non trovate una strana analogia con qualcosa in voi stessi
Melville Moby Dick
-Seaspiracy (Netflix)
– A plastic ocean (Netflix)
La cosmonauta Francesca ha scritto altri interessanti articoli riguardo l’alimentazione vegana
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