Il noce è da sempre conosciuto come l’albero delle streghe o del maligno, ma perché questa cattiva nomea?
Di cosa si parliamo qui?
Il più rinomato è il Noce di Benevento, attorno al quale si teneva un grande sabba nella notte di San Giovanni. Durante questa notte accorrevano volando streghe da ogni parte del mondo. Si narra che l’albero fu abbattuto nel VII secolo per volere della Chiesa, ma rispuntò precisamente nella stessa posizione qualche anno dopo.
Lo stretto legame di quest’albero con il mondo degli inferi si riflette in alcune superstizioni popolari.
In campagna si raccomanda di non riposare sotto un noce perché è facile svegliarsi con una forte emicrania, se non addirittura con la febbre. Altra diffusa credenza popolare è quella che, se le radici di un noce riescono a penetrare in una stalla, faranno deperire il bestiame.
Come in tutte le storie possiamo trovare un fondo di verità.
Le radici e le foglie del noce contengono una sostanza tossica e repellente chiamata juglone. Il noce attua questa strategia per vincere la competizione con le altre specie vegetali e assicurarsi salute e sopravvivenza. Questo fenomeno viene chiamato allelopatia, che tradotto letteralmente significa “insofferenza degli altri”.
Questo è il motivo per cui intorno al Noce non crescono solitamente altre piante, permettendogli di assicurarsi l’accesso a tutta la luce solare di cui necessita per prosperare.
Il noce oltre a essere associato alle streghe e al buio, è tradizionalmente legato anche all’abbondanza e alla fertilità.
Il noce è governato dal Sole, pianta dedicata alla grande Madre ha la duplice valenza di vita e di morte, racchiudendo in sé stesso sia la luce che il buio.
Cosa vi ricorda il gheriglio di una noce? Senza dubbio il cervello umano, ma se guardiamo con più attenzione anche le anse del nostro intestino.
Secondo la dottrina delle segnature il noce è un rimedio legato a tutti i problemi del cervello, ma anche un ottimo alleato in caso di parassitosi intestinali e diarree. Non a caso il macerato “Juglans Regia” viene usato nella detossificazione intestinale ed è un ottimo rimedio contro i processi fermentativi dovuti a eccessi alimentari.
E’ un importante alleato per aumentare le difese immunitare, leggi qui come.
Questi due organi, intestino e cervello, così visivamente simili tra loro e sempre più collegati, sono entrambi produttori di serotonina e capaci di influenzare la nostra psiche.
Teniamo sempre presente che noi siamo il risultato della loro azione congiunta, perché senza il buio non potrebbe esistere la luce.
Meditare sotto un noce ci aiuta a sprofondare nel nostro abisso oscuro, trovare la luce della consapevolezza e usarla come propulsore per salire verso l’alto, espandendo le nostre percezioni e vedere le vita con maggiore lucidità e chiarezza.
Il noce ci insegna a integrare la nostra parte più buia, perché è solo facendone tesoro e non contrastandola che possiamo davvero crescere spiritualmente.
Dai fiori del noce si prepara un rimedio floreale del repertorio di Edward Bach, Walnut.
Walnut è capace di accompagnare gli individui nei momenti di trasformazione e cambiamento nella loro vita.
Walnut fa anche parte di una miscela da me utilizzata per difendersi dai vampiri energetici (di cui abbiamo parlato in questo articolo). Insieme agli altri componenti è in grado di proteggere la persona dalle perturbazioni e dalle influenze esterne, aiutandola a mantenere integro il proprio campo energetico. Utilizzando questa miscela sul proprio campo aurico quando dobbiamo affrontare una situazione a rischio, ci aiuterà a restare in contatto con il nostro sé superiore.
L’energia del noce rappresenta la nostra parte più oscura.
Lo spirito del noce ci chiede di annientarci, di fermarci e provare a smettere di essere noi stessi anche solo per un attimo.
Perché è solo con l’annichilamento, gettando ogni maschera e ogni legame che possiamo davvero Essere.
Ascoltare la sua voce significa disfarsi di ogni infrastruttura, per poi cristallizzarsi in una nuova forma traendo il nutrimento dalle nostre stesse ceneri.
Il noce ci spinge a evolverci, a praticare il rito di iniziazione che ci fa più paura.
Prendere per mano un noce e seguirlo nell’abisso rappresenta una morte temporanea per approdare a livello completamente nuovo.