Quante volte avete sentito parlare dei Tarocchi? Tantissime e in mille modi diversi probabilmente. Noi oggi vi invitiamo a fare una riflessione su questo bellissimo e potentissimo strumento, un vero e proprio viaggio sulla via dei Tarocchi.
Intervistiamo per voi Alessandro, amico e tarologo. Grande studioso e ricercatore.
Conobbi Alessandro 3 anni fa alla “scuola” di Cristobal Jodorowsky; a colpo d’occhio il “classico secchione” da prima fila, io sempre in ultima. Lui posato e con un lessico pazzesco, io sempre scarmigliata, urlante e poca precisa.
Per un anno intero non ci siamo considerati. Troppi diversi. Io ero per il sentire veloce di stomaco e lui richiedeva una lentezza che non ero disposta a vivere.
La grande verità è che Alessandro l’ho conosciuto bene dopo il percorso perchè è diventato il compagno di quella che definisco compagna di uno dei viaggi più intimi e pazzeschi che io abbia mai fatto.
C’è voluto tempo per entrare in sintonia con lui, proprio come per i tarocchi e ora so che persona è…una di quelle che vorremmo frequentare più spesso, di quelle che sai che ci sono a prescindere.
Comunque sia, bando alla ciance e vediamo di capire meglio cosa sono questi Tarocchi.
Sono uno strumento di divinazione o di introspezione?
In questa intervista lasciamo che Alessandro ce lo spieghi e che faccia chiarezza una volta per tutte.
Di cosa si parliamo qui?
Nel 2009 un’amica che mi riteneva molto “mentale” mi regalò per il mio 29 compleanno un mazzo di Tarocchi di Marsiglia Jodorowsky-Camoin dicendo che mi avrebbe aiutato a sentire le cose “di pancia”.
Per un anno intero non ho saputo che farci, poi durante un lungo periodo di crisi personale ho iniziato a tirarmi le carte, una o tre al giorno cercando di interpretare cosa volessero comunicarmi.
Nello stesso periodo a Roma avevo iniziato a meditare in un centro Zen, a leggere Castaneda e di esoterismo alla ricerca disperata di qualcosa che potesse guidarmi altrove.
Per tutta quella “lunga notte” durata più di tre anni i Tarocchi mi hanno guidato nelle mie scelte, mi indicavano la via, mi calmavano, come un dolce maestro mi mostravano sempre un punto di vista diverso e mi aiutavano ad attraversare la tempesta.
Sì, in effetti sto proprio dicendo questo…per anni ho creduto che le carte fossero la voce di uno spirito buono ultraterreno che aveva deciso di salvarmi la vita, e lo ringraziavo ogni giorno per questo, perché i suoi consigli erano efficaci e mi facevano star bene. Sono stati un vero maestro di vita per me, e, soprattutto, sembravano conoscermi più di quanto mi conoscessi io.
Le sue parole mi deliziavano e ci beccavano sempre. Solo molto dopo ho capito che quella voce era la mia.
Nessuna magia, la mia anima mi parlava attraverso di loro e mi diceva ciò che gli serviva dirmi, i Tarocchi non hanno un potere soprannaturale ma sono uno strumento che ci serve a comunicare con noi stessi.
Alejandro Jodorowsky la chiama la trappola sacra, Jung sincronicità, la vera “magia” dei Tarocchi è che davanti alle carte chiunque è semplicemente più in ascolto di Sé.
Come oggetto in sé sicuramente no. Il primo grande potere degli Arcani, così si chiamano le carte dei Tarocchi, è metterti di fronte all’ambivalenza delle situazioni che vivi. Ogni carta ha più significati, ha più interpretazioni. Questo per me è un grande potere.
Noi tendiamo a guardare la realtà da un solo punto di vista e a leggere i suoi segnali in maniera univoca, e quando la risposta che ci ritorna non è quella che avevamo immaginato pensiamo di aver sbagliato interpretazione.
Non è così, come ogni carta di Tarocchi anche la nostra realtà ha mille significati, ambiguità, contraddizioni, e noi vediamo una cosa o l’altra a seconda delle nostre proiezioni, del nostro umore, delle nostre aspettative.
Leggere le carte mantenendo un atteggiamento imparziale rispetto alle loro ambiguità mi ha aiutato ad entrare in contatto con questo aspetto della vita, ad allargare la visuale e a vivere le situazioni in una modalità diversa.
Un grande maestro ti permette prima di tutto di respirare un pò dai tuoi giudizi e dalla frustrazione di non riuscire sempre a gestire quello che ci accade.
La gente giudica e si giudica molto, purtroppo, senza concedersi la possibilità di sbagliare strada senza rimproverarsi duramente.
Quando faccio un tiraggio ad un cliente per prima cosa cerco di mostrare più strade mettendolo in contatto con le diverse possibilità di una situazione.
Solitamente il cliente se ne concede solo una allora io gliene mostro altre facendo risaltare le polarità descritte in ogni carta, dove c’è dolore, c’è allegria, dove c’è un crollo c’è anche aria fresca e spazi nuovi (come nell’Arcano XVI).
Questo già lo libera molto.
La domanda che il cliente porta è come una piccola stanza chiusa e buia dove si è intrappolato, già solo descrivendogli l’ambiguità delle situazioni (attraverso le carte) allarga lo spazio in cui si è incastrato.
Le carte lo sanno, chi ha creato le carte lo sapeva chiunque egli o essi siano.
La lettura evolutiva al contrario della lettura divinatoria mette questa liberazione al centro del suo lavoro.
Aprire nuove possibilità e spiragli di luce in quella stanza buia dove la personalità si trova, dando alla sua anima l’occasione di suggerirgli vie di fuga e di libertà.
L’idea che mi sono fatto è che ognuno di noi ha dentro di sé un altro sé stesso, a seconda delle varie credenze questo sé stesso ha tanti nomi: Anima, Daimon, vero Sé , dio interiore, ecc…
Io la vedo come la parte psichica immateriale che semplicemente soffre quando non siamo noi stessi e che gioisce quando lo siamo, quando facciamo la cosa giusta per noi.
Chi siamo è determinato da tanti fattori dai geni alla genealogia, dall’ambiente che abbiamo vissuto e dalle esperienze che abbiamo fatto, o banalmente dalla nostra costituzione fisica, dalla nostra “nazionalità”.
Siamo il risultato unico e irripetibile di una addizione di milioni di miliardi di fattori.
L’anima è questo codice, un pò come ne parla J.Hillman, questo dna immateriale che sa cosa è giusto per questo specifico risultato perché vibra bene quando è nell’ambiente giusto o vibra male quando questo non accade.
Questa vibrazione i maestri la chiamano gioia.
Noi spesso siamo in un ambiente e facciamo cose che non ci appartengono, perché lì ci hanno portato le nostre idee, le nostre credenze, le nostre strategie, o gli eventi esterni che non dipendono dalle nostre scelte.
Pur sapendo di star male spesso restiamo lì.
Semplificando molto possiamo dire che l’anima vibra male ma la sua immaterialità non gli permette di condizionare la nostra azione concretamente, e non riesce a portarci via di lì, finchè non crollano razionalmente tutte le ragioni che ci legano ad una situazione.
Possiamo star lì anni e anni senza muovere un passo, anzi credendo di essere nel giusto.
Ma se non ascoltiamo la sua voce viviamo fuori dalla gioia, ed è questa l’unica bussola affidabile in questo viaggio terreno, non le nostre idee, non le nostre strategie.
Le carte danno voce alla nostre anima, sono un “mezzo proiettivo” attraverso cui la nostra anima può parlarci, non potendo agire direttamente, non ha altra maniera di comunicarci i suoi desideri che attraverso questi strumenti.
Molti danno consigli durante le letture su cosa è bene o è male fare, lo faccio anche io ma cercando sempre di attivare la creatività del mio cliente e la sua responsabilità personale.
Una volta ascoltata la sua voce lui sa cosa è giusto fare, è come parlare di aria fresca e mare azzurro ad un prigioniero, è impossibile non pensi a come evadere dalla sua prigionia.
Quando senti ciò che ti fa “vibrare bene” devi solo prenderti la responsabilità di farlo, avere il coraggio di farlo, e quella consapevolezza non ti abbandonerà così facilmente.
La voce ha parlato, questo è l’evento magico dei Tarocchi.
Sì, certo.
I Tarocchi hanno risvegliato in me il desiderio profondo di spiritualità e benessere personale, sono loro, che mi hanno spinto alla meditazione Zen e al Vipassana.
Ricordo che per un periodo seguivo contemporaneamente un gruppo di pagani fortemente anticlericali e un gruppo di Teosofia fortemente cattolici.
Ero affamato di conoscenza come molti di quelli che riscoprono la spiritualità.
Poi il ciclo di tre anni con il percorso trasformativo Metamundo di Cristobal Jodorowsky dove ci siamo incontrati, un cammino fondamentale per la mia crescita anche perché è stato il vero momento iniziatico che mi ha portato sulla via dei Tarocchi.
I lavori di Cristobal sono lavori esistenziali e trasformativi che lavorano su vari piani e vari aspetti di noi.
E’ un percorso di crescita psichica e spirituale ed anche se molti moduli sono interamente dedicati al Tarot non si può dire sia solo una scuola di Tarocchi.
Ma durante i tre anni di Metamundo i Tarocchi ti entrano dentro l’anima, e per me non c’è maniera migliore di ascoltare ciò che hanno da dirci.
In ogni esperienza era possibile fare esperienza e integrare le loro energie e il loro profondo insegnamento era sempre con noi…considero Cristobal Jodorowsky il mio maestro di Tarocchi, lo amo molto.
Sto concludendo un percorso di Counseling gestaltico e vorrei intraprendere dei percorsi di Quarta via.
Mi interessa molto lo sciamanesimo contemporaneo; quando è in Italia partecipo agli incontri con la sciamana Judith Ahumada della tradizione del Fuego Sagrado.
Ma il Tarot penso sia la mia colonna vertebrale, è l’insegnamento che più mi appassiona e mi emoziona.
Se ci fosse una chiesa del Tarot ci andrei ogni domenica, ma non c’è. Forse dovrei metterla su io, chi lo sa?! (n.d.r. ride)
Per una lettura dal vivo o online mi potete contattare via Facebook, qui il link
oppure sul mio sito, qui
Al momento di persona sono prevalentemente a Bologna, dove vivo e dove ricevo anche per il Focus Evolutivo.
Il Focus Evolutivo è un lavoro di crescita personale creato da me e basato sul Tarot, un lavoro che ci aiuta a mettere a fuoco i nostri obiettivi e armonizzare le nostre energie.
Inoltre spesso con Psico Tarot Evolutivo organizziamo eventi singoli dedicati ai Tarocchi Evolutivi e week-end esperienziali dove si insegna il significato dei Tarocchi attraverso pratiche ed esercizi.
Non mi piace trattenere il Tarot nelle carte, mi piace liberare le sue energie e usare il suo insegnamento per crescere.